L'apostolo guerriero: Matteo Minonzio si racconta
- Cage News
- 10 dic 2015
- Tempo di lettura: 5 min
È uno degli atleti italiani più longevi ed amati, nel panorama delle MMA italiane: il suo nome è quello dell'evangelista, e ci ricorda che Matteo Minonzio può considerarsi un dono di Dio alla gabbia.

Il vangelo del White Guy parla d'amore per il confronto, di passione per la sfida, di pietà per nessuno: entra in gabbia, sincronizza i suoi pensieri con il battito del suo cuore, porta a termine il lavoro con onore e spendendosi al 100%.
È un concreto, un pragmatico, un combattente.
Lo abbiamo raggiunto per uno scambio di battute, relative alla sua carriera e al ruolo delle MMA in Italia. D:"Matteo, ti ringrazio per il tempo dedicato a Cage News. Non è sempre facile parlare con atleti che abbiano una certa esperienza nel nostro sport..."
Matteo:"...eh, sì! Una certa esperienza! Direi tanta esperienza, figurati che ho cominciato all'età di sedici anni, sviluppando una lunga trafila nella thai boxe."
D:"Come vedi la situazione del professionismo legato alle MMA italiane?"
Matteo:"Io combatto ormai da tanti anni, ma qui da noi è difficile: tocca spostarsi dal proprio luogo di residenza. Io mi alleno a Treviso, a Firenze per il calcio storico, ovunque possa trovare un ambiente che, a quarant'anni, mi consenta di proseguire nella mia formazione tecnica e nella preparazione." D:"A quarant'anni impari ancora?" Matteo:"Non si finisce mai di imparare, anche se hai già quaranta match da professionista alle spalle. La preparazione dev'essere trattata in maniera ossessiva. Da noi in Italia è complicato, per tutta una serie di motivi. In primo luogo è difficile trovare sparring partner di livello: combatto a 93kg, hai idea di quanto possa essere difficile trovare un compagno d'allenamento di quella categoria? Se fossi nato in Croazia sarebbe stato più semplice: a pochi chilometri dal nostro confine c'è una situazione diversa, atleti più forti che possono contribuire in maniera determinante alla preparazione di un match." D:" Treviso, Firenze... Tutti questi spostamenti per poterti preparare?"
Matteo:"Sì, sono costretto a farlo. Ed è una circostanza che influisce in termini di tempo, in termini economici... Sarebbe più comodo averceli "a casa" i maestri ed i partner d'allenamento. Per migliorarmi nella thai boxe ho persino affrontato lunghe trasferte in Thailandia.
Nel 2015 la preparazione del professionista dev'essere curata nei minimi dettagli, serve un team di preparatori. E devi pagarli: maestri di boxe, di thai boxe, di lotta, di bjj, il preparatore atletico. Devi essere seguito. Esplodere nelle MMA in Italia è molto difficile, non a caso ci sono riusciti solo Michele (Verginelli, n.d.r) e Sakara. A Firenze coltivo un'altra mia passione, quella per il calcio storico fiorentino..."
D:"Calcio storico? Ne ho sentito parlare... Spesso vedo le tue foto in divisa. Tu sei con i Bianchi di Santa Croce..."
Matteo (ironicamente adirato):" No, no, no, ti prego! Non scrivere Bianchi di Santa Croce! Noi Bianchi siamo di Santo Spirito, mentre gli altri sono gli Azzurri di Santa Croce! Hai fatto una miscela esplosiva, la rivalità è esasperata! Il calcio storico mi piace, perché fa parte delle tradizioni della nostra penisola. Se dovessi descriverlo, ti direi che è simile al rugby. Solo che apri la strada al portatore di palla senza placcaggi, si lotta e si combatte."
D:"Torniamo in gabbia. Vedi qualche prospetto interessante che possa intraprendere con profitto la carriera professionistica?"
Matteo:"Voglio sbilanciarmi, e ti dico che Marvin Vettori ha in effetti le carte in regola per esplodere nel mondo delle MMA. E non solo in Italia, perché ha quasi tutto quello che serve."
D:"Quasi tutto? Cosa manca a Marvin per esplodere definitivamente?"
Matteo:"Il trasferirsi in America. Negli Stati Uniti troverebbe altre condizioni di allenamento, di strutture, di preparazione. Sarebbe un trampolino di lancio ideale, e Marvin potrebbe far parlare di sé."
D:"Sarai impegnato in qualche sfida, nel prossimo futuro?"
Matteo:"Avrei voluto combattere il prossimo 12 dicembre, nell'evento VENATOR, ma non combatterò."
D:"Venator si è privata volontariamente della tua presenza all'evento?"
Matteo:"È una storia che ha lasciato perplesso anche me. Se ricordi, il sistema di selezione del primo Venator era basato sui 'mi piace' che i singoli atleti ricevevano sui social network. Sistema discutibile, ma considerato da molti democratico. Per il secondo evento della promotion di Dandi e Merenda si è provveduto diversamente: si è composta una main card, che vedrà protagonisti i campioni della prima edizione, ed una preliminary in cui si affronteranno altri atleti. Durante il match making espressi la mia volontà di avere uno spazio nell'evento." D:"Il tuo curriculum ti precede, in carriera hai affrontato anche gente come Gustafsson e Latifi..."
Matteo:"Sì, esatto. Ho combattuto in Polonia, in Inghilterra, in Germania. Se ti dicessi i motivi per cui non sono risultato "gradito", faticheresti a credermi..."
D:"Spara...ti ascolto e farò del mio meglio!"
Matteo:"Non posso prendere parte al Venator per "esigenze televisive". D:"Esigenze televisive? Ma è una sfida di arti marziali miste, non un film di Richard Gere..."
Matteo:"Hanno contestato i miei tatuaggi. Avrai notato che ho il corpo ricoperto di disegni, molti dei quali raccontano la mia vita politica, gli ideali in cui credo, le tradizioni di cui mi sento parte."
D:"Rimaniamo ancora fuori tema: io volevo parlare di MMA, non di politica. Quella non interessa molto al popolo che vive a bordo gabbia!"
Matteo:"Hai fatto centro: in gabbia non c'è spazio per la politica. Giudicami per come combatto, non per i simboli che porto addosso. Polemizzare con un fighter per i suoi tatuaggi è indice del non avere di meglio da fare."
D:"Quindi, se ho ben capito, a causa dei tuoi tatuaggi non puoi combattere al Venator?"
Matteo:"Sembra che il direttore dei programmi di Fox abbia posto un veto. Certi tatuaggi non possono essere mostrati in TV. In Polonia, Germania, Finlandia, Svezia e Russia non la pensano così, nei confronti di chi ha tatuaggi che inneggiano ad una ideologia politica, indipendentemente da quale essa sia.
Mi è sembrata una giustificazione piuttosto ipocrita da parte dell'organizzazione, specialmente quando sono stato contattato successivamente all'infortunio di un fighter della mia categoria di peso. Gli rimaneva un incontro scoperto in card, e hanno pensato a me come rimpiazzo. A quel punto, i miei tatuaggi, non davano più fastidio."
D:"Ovviamente hai rifiutato..."
Matteo:"Avrei dovuto accettare? Ho un'esperienza che altri sognano, ho calcato i ring di tutta Europa, devo fare la riserva in un evento che verrà trasmesso in pay tv? Ho ancora un nome spendibile, non vedo il motivo per cui debba scendere ad un simile compromesso, tanto più che i miei tatuaggi ci sono ancora, e che credo pochissimo alla scusa addotta per questo cambio di rotta nei miei riguardi: un cambio al vertice di Fox Sport, pensa che coincidenza!"
D:"Certo, la circostanza appare poco credibile. Sarà per la prossima volta..."
Matteo:"Perché no? La mia porta è aperta, io chiedo solo una gabbia, un'arena, un avversario. Non mi sembra il caso di cedere a ripicche e pregiudizi. Al primo Venator ho accompagnato un ragazzo (Massimo Di Salvatore, n.d.r.), ed è un'esperienza che potrebbe ripresentarsi, se le circostanze lo permetteranno."
D:"Un'ultima domanda: guarderai l'evento Venator?"
Matteo:"Certo che lo guarderò! Perché non dovrei guardarlo? Io amo questo sport, e quell'evento vedrà impegnati alcuni dei miei amici. Non sono il tipo che serba rancore, e che si priverebbe di uno spettacolo per una stupida ripicca."
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