Vince Dos Anjos, Cerrone annientato
- Redazione
- 21 dic 2015
- Tempo di lettura: 2 min
Poco più di un minuto: tanto è bastato a Rafael dos Anjos per archiviare la pratica Cerrone, nel secondo episodio di una saga che s'è risolta definitivamente a favore del brasiliano. La "UFC FIGHT NIGHT 17" ha sancito il valore, ormai indiscutibile, del fighter brasiliano.

Il campione dei pesi leggeri ha sanzionato l'incontro con la destrezza di un ballerino del Bolshoi, con la risolutezza di una special force a caccia di pericolosi terroristi. Suona la campana, per Cerrone, al quale non crediamo possa muoversi alcuna critica, se non quella di aver trovato sulla strada del titolo il Rafael più determinato, dai tempi dell'esordio in UFC. Cerrone la mette sul gioco di gambe, prova a prendere le misure all'avversario, ma non fa in tempo: Dos Anjos ha un appuntamento con la cintura, non ha intenzione di rimandarlo, vuol chiudere la contesa in pochi, velocissimi, interminabili minuti. Una ginocchiata al fegato, il Cowboy sembra come scalzato dalla sella, il cavallo brasiliano è imbizzarrito, inizia a devastare l'americano a suon di pugni: una dozzina di colpi ben assestati, una furia che spinge Cerrone contro la gabbia. È il momento decisivo, Dos Anjos fiuta l'affare, sembra Les Gold al banco dei pugni, capisce di poter vincere la cintura in un centinaio di secondi. I fan di Cerrone sono allibiti: non avrebbero mai immaginato di vedere il proprio beniamino in questa condizione, già alla prima ripresa. Cowboy in modalità sopravvivenza, barcolla, non molla, o almeno ci prova: Herb Dean, per nulla intimorito dalle (poche e poco autorevoli, a dire il vero) voci riguardanti le sue ultime prestazioni nell'ottagono, è attento spettatore privilegiato, pronto a stoppare il match all'occorrenza. Cerrone fugge dalla gabbia, prova a prendere la distanza, poi tenta un maldestro (e poco convinto, diciamolo pure!) take down, prontamente disinnescato da Dos Anjos, che mette a terra il Cowboy. Sembra voglia mettere un'anaconda choke, ma repentinamente va a controllare l'avversario, che giace ginocchia al suolo. Inizia un'interminabile sessione di ground and pound, Cerrone sembra volersi tappare le orecchie per non sentire il boato di stupore che si leva dagli spalti. Hammer fist come se piovesse, l'americano non reagisce, bastano pochi colpi per far capire ad Herb Dean che può bastare: sessantasei secondi per portare a casa una vittoria convincente, per spazzare via quasiasi dubbio sul valore di Dos Anjos. Cerrone, fino a qualche ora fa il maggior pericolo sulla strada dei pesi leggeri, è ormai un ricordo.
Rafael ha già nuovi obiettivi: difendere il titolo contro quel Conor McGregor che vorrebbe passare ai pesi medi, per aggiungere una nuova cintura alla sua collezione. Ancora un brasiliano, sulla strada del Notorious.
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